• 06/02/2011
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All’ultimo respiro l’Acmar batte Cavriago

Acmar Ravenna-Scuola Basket Cavriago 69-67

(25-13; 38-31; 47-45)

Ravenna: Morigi ne, Poluzzi 1, Carrichiello 10, Davolio 8, Cicognani 3, Albertini, Pappalardo 8, Maioli 11, Sanlorenzo 18, Quartieri 10.

All.Ciocca

Cavriago: Simonazzi 3, Fantini 3, Rossato, Cacciavillani 2, Ligabue, Evotti 13, Cervi 23, Pezzi 6, Diacci 17, Pellicciari ne.

All. Volpato

ARBITRI: Aprea, Santella

In una Pala Costa con una buona presenza di spettatori, l’Acmar Ravenna domina il primo quarto grazie all’ottima circolazione di palla, maggiore precisione al tiro e una grande intensità che non permettono agli avversari di riuscire ad avvicinarsi. La prima frazione termina 25-13 in favore dei padroni di casa.

Il secondo quarto continua all’insegna della maggiore precisione dei giallorossi. Ravenna riesce a limitare soprattutto Cervi, il migliore realizzatore dei reggiani e incrementa il vantaggio grazie ai buoni tiri trovati da Carrichiello e alla grande presenza sotto canestro di Maioli e Cicognani. Pappalardo esce per infortunio al ginocchio, mentre il finale di tempo è molto concitato, con un tecnico fischiato al coach Ciocca e un’Acmar che smarrisce un po’ di precisione al tiro. Gli ospiti si avvicinano a -7 e sulla sirena Poluzzi segna un canestro che non viene convalidato.

Cavriago torna in campo con un’altra intensità e Ravenna fatica a trovare buoni tiri. Per quasi quattro minuti i giallorossi non riescono a segnare neanche un punto, mentre gli ospiti si portano a -1 grazie ai molti liberi a disposizione e alle triple di Evotti. Ma ci pensa Sanlorenzo a tenere Ravenna davanti.

L’ultima frazione è caratterizzata dai tentativi di Cavriago di tornare a contatto, mentre Ravenna riesce a tenerla sempre a un possesso di distanza. Subentra la stanchezza e la precisione scarseggia, molti sono i tiri sbagliati da ambo le parti. Nell’ultimo minuto di gioco è il capitano Davolio che sale in cattedra e con due spettacolari azioni personali regala di fatto la vittoria ai suoi. 69-67 il finale.

da “Il Resto del Carlino”

 


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