• 05/02/2011
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Con Cavriago per dimenticare Pordenone

RAVENNA. Dimenticare Pordenone, etichettandola come una battuta d’arresto utile in previsione futura e per mantenere sempre la guardia alta visto che nessuna squadra, anche quelle con difficoltà di classifica, vogliono fare la fine della vittima predestinata. L’Acmar torna così oggi tra le mura amiche del PalaCosta (ore 18, arbitri Aprea di Roma e Santella di Gaeta) per la prima di tre sfide in appena una settimana che il calendario prevede in questo avvio di febbraio. L’avversaria è di quelle da prendere con le molle, quella Cavriago che all’andata fu la prima di sette vittorie consecutive in trasferta (73-78). Per entrambe le squadre l’obiettivo è chiaro, riscattarsi per poter raggiungere il proprio obiettivo, visto che anche i reggiani vengono da una sconfitta sul filo di lana contro Santarcangelo per la quarta sconfitta di fila che relegano la MeCart all’undicesimo posto in classifica. Ma ovviamente in casa Acmar la prudenza è d’obbligo. “E’ chiaro che prima della sconfitta a Pordenone – analizza coach Ciocca – eravamo abituati bene e che non fa piacere perdere da una squadra che è dietro di noi. Questa sconfitta ci mette in condizione di avere la cattiveria giusta già oggi, e sarà fondamentale avere la formazione al completo. All’andata ci ha fatto soffrire, e che ha patito qualche infortunio ai suoi elementi migliori come Cervi e Diacci; non è un caso se sabato, al completo, ha rimontato molti punti a Santarcangelo, insidiandola fino alla fine. La MeCart è una formazione che ha grandi doti offensive, e che se viene presa sotto gamba può rivelarsi pericolosissima; anche loro, come tutte le squadre nel girone di ritorno, lottano per un obbiettivo importante che nel loro caso sono i playoff. Ora però non dobbiamo fare tanti calcoli, il messaggio che deve arrivare è quello che ogni partita sarà mentalmente complicata, come abbiamo visto nelle trasferte di Rovereto e Pordenone. Ogni partita va affrontata con la massima attenzione e con la concentrazione giusta”.

da “Corriere di Romagna”

 


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