L’Acmar non si ferma, cade la capolista Caorle
RAVENNA. L’Euromobil è stata traslocata, l’Acmar si è issata al secondo posto in classifica. Ancora una volta il PalaCosta, affollato e rumoroso come sempre, si è rivelato un fortino inespugnabile per i ragazzi di coach Ciocca.
Il totem. L’avversario era l’ormai ex capolista Caorle ma la Piero Manetti ha saputo trovare le contromisure per sconfiggere un’avversaria che poteva contare su un totem come il maltese Deguara (224 cm d’altezza) grazie all’arma in più a disposizione dei giallorossi, la poliedricità. E quando il gioco si era fatto duro, quando cioè i veneti erano tornati a -3 a un minuto dalla fine, i ravennati hanno mantenuto la freddezza per scaricare le bombe del successo. Ma il compito più pesante è stato sulle spalle del pivot Stefano Maioli che aveva come avversario diretto proprio la torre avversaria. “Abbiamo applicato alla lettera quello che avevamo provato in allenamento per affrontare Caorle – sottolinea Maioli -. Anche se non abbiamo tirato benissimo siamo riusciti a tenere a 53 punti uno dei migliori attacchi del girone (era il terzo prima della palla a due, ndr) ma non è stato semplice. Deguara è veramente un avversario difficile da marcare, quando prendeva palla in mano era sempre pericoloso e difficile da spostare. Siamo riusciti tutto sommato a contenerlo cercando di allontanarlo dalla nostra area. L’altra chiave del successo è stato che ognuno di noi, considerando l’assenza di Sanlorenzo e il basso minutaggio che ancora può garantire Cicognani, ha portato il proprio mattone. In una squadra ognuno deve sentirsi responsabilizzato. Stiamo lavorando veramente tanto in palestra”.
Ora la Fortitudo. L’Acmar ha allungato a tre la serie di successi, la migliore striscia del girone, e ora avrà l’affascinante sfida del PalaDozza domenica alle 18 contro la Fortitudo. “Sarà un’emozione – ammette Maioli – ritornare a giocare in quel palazzetto ma noi andiamo là con l’idea di imporre il nostro gioco contro giocatori importanti come Lamma e Carretta”.
Agostino Galegati
da “Corriere di Romagna”