• 10/04/2010
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Davolio ritrova la Fortitudo

L’ultima volta di Alessandro Davolio al Paladozza risale al 2004, quando con Castelletto Ticino sfidò la meteora Virtus ’34. “Ma so già che domenica ci sarà tutto un altro ambiente, di quelli che regalano un’emozione” dice il 35enne playmaker e leader dell’Acmar Ravenna, prossima avversaria della Conad. Nonché uno degli elementi che militano in B Dilettanti col maggior pedigree. Lo dicono le 320 gare (1459 punti) tra Serie A e Legadue, e pure gli incroci con la Effe scudata. CIAO – Nel 1998, infatti, Davolio era titolare nella Reggio Emilia che si salvò all’ultima giornata (al supplementare contro l’ultima Fortitudo di Valerio Bianchini) e poi superò nei playoff prima Milano poi Treviso, ritrovando in semifinale la Effe passata nelle mani di Pero Skansi. “Ci salvammo per differenza canestri poi ci inventammo un playoff da protagonisti pure se perdemmo Mike Mitchell” dice Davolio, che pur sfidando David Rivers, Carlton Myers e Dominique Wilkins continuava ad arrivare al palasport in sella ad un piccolo ciclomotore. “Un Ciao vecchissimo, mi vergognavo perchè mi superavano persino le biciclette – sorride – però il palasport di Reggio Emilia è in centro ed è difficile trovare parcheggio. Così, scendevo dal Ciao e andavo in campo contro la Fortitudo…”. GEMELLI – In quella squadra, Davolio era il “gemello” del coetaneo Gianluca Basile, poi divenuto un simbolo dei due scudetti dell’Aquila. “Abbiamo giocato assieme nei Cadetti, la Juniores e in prima squadra. Per due anni abbiamo anche diviso lo stesso appartamento nella foresteria della Pallacanestro Reggiana. Poi lui ha fatto molta strada”. E passando per un’esperienza a Varese di fianco ad un altro ex della Effe come Gianmarco Pozzecco (“Valeva il prezzo del biglietto in ogni occasione” dice) ora si ripropone la sfida contro un altro grande nome dell’odierna B Dilettanti, Davide Lamma. Contro cui Davolio giocò le proprie ultime gare in Serie A nel 2003 nel playoff Roseto-Reggio Calabria: “E’ un amico e un grande giocatore ma qui non sono i singoli a fare la differenza. In questo campionato contano collettivo e agonismo. Ravenna si sta ancora imparando a conoscere, con 8 giocatori e l’allenatore nuovi, la Conad invece riparte dal nucleo di Budrio”. A cui ha aggiunto Lamma e quel Luca Carretta che lo scorso anno giocava insieme a Davolio a Faenza. E che secondo il play dell’Acmar può essere un fattore chiave: “Luca fa canestro da 8 metri con facilità disarmante, il suo tiro apre l’area. Senza di lui, una squadra può avere 55-60 punti nelle mani (come la Conad nelle ultime due gare, ndr), con Carretta può salire a 80-90”.

Mirco Melloni/ass

da “Corriere dello Sport – Stadio”

 


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