Master Giba, le dichiarazioni degli allenatori
Proseguono a pieno ritmo gli allenamenti dei ragazzi partecipanti alla nona edizione del Master Giba, per il secondo anno consecutivo ospitati a Ravenna.
Dopo una mattinata dedicata al lavoro individuale sui fondamentali ed in uno contro uno, i ragazzi si affronteranno questa sera in un primo triangolare informale – ma aperto al pubblico, dalle 18 alla Morigia – per essere valutati al meglio anche in situazioni di cinque contro cinque.
Dopo la visita del Presidente Vianello, in palestra per l’allenamento di lunedì sera, è previsto per domattina l’arrivo del presidente della Giba Giuseppe Cassì, che si fermerà con i ragazzi per due giorni ed aprirà con un breve saluto il seminario “SVILUPPO DEL SETTORE GIOVANILE: ORGANIZZAZIONE, AUMENTO TESSERATI, COLLABORAZIONI E SINERGIE TRA SOCIETA’â€, con le partecipazioni di Francesco Benedetti (Reyer Venezia), Germano D’Arcangeli (Stella Azzurra Roma) e Paolo Traino (Perugia), in programma per giovedì 25 dalle 16.30 all’Holiday Inn di Ravenna.
Di seguito, sono riportate le dichiarazioni dei due allenatori del Master, Alberto Martelossi e Giovanni Gebbia, e del coordinatore del Coaching Camp Apg Vincenzo Bifulco.
Alberto Martelossi: “Sono molto contento di essere qui, da anni non facevo esperienze di questo tipo dopo i raduni Fip o per allenatori. Avevo bisogno di situazioni di questo tipo e sono molto contento di viverlo. Qui l’organizzazione è molto positivo, sia da parte della società che ci ospita che da parte di uno staff Giba che si è consolidato nel tempo. Iniziative di questo tipo andrebbero incentivate, anche da parte della Federazione, sono occasioni di crescita ed aggregazione di alto livello.
Un camp di questo tipo fonde tre esperienze: quelle dei capiallenatori, quelle degli assistenti senior, e quelle dei ragazzi del coaching camp della Apg, che si stanno introducendo nel nostro mondo.
Conoscevo pochi ragazzi del gruppo, ed è stata una piacevole sorpresa trovare un buon livello, per noi allenatori sono informazioni utili da inserire nel nostro database. Ci sono esperienze diverse, magari non c’è omogeneità tra i ragazzi, ma ci sono punte di livello qualitativamente alte e questo va bene. C’è molto interesse, c’è partecipazione e voglia di crescita ai massimi livelli da parte di tutti, questo mi sembra positivo: l’impegno non manca mai, l’intensità è ondivaga e magari varia a seconda delle esperienze e del periodo della stagione, siamo alla fine e tutti sono più stanchi. L’importante sarà tornarsene a casa con idee in più rispetto alle rispettive abitudini.
Il torneo cui parteciperanno in serata, e la partita di giovedì sera, sarà importante anche se giocare insieme dopo poco tempo che ci si conosce è sempre un problema. Il gioco si affina col tempo, non ci sono pozioni magiche, ma saremo felici se vedremo applicati i principi di cui abbiamo parlato negli allenamenti. L’idea di giocare a testa alta sarà importante, per esempio, ci aspettiamo che i giocatori puntino a giocare insiemeâ€.
Giovanni Gebbia: “Siamo al nono anno di Master Giba ed al secondo anno di Coaching Camp Apg: ci sono state novità importanti per ogni annata, quest’anno per esempio avremo due seminari che arricchiranno in maniera rilevante la manifestazione. Il secondo in particolare, sul settore giovanile, potrà dare conto delle esperienze vissute da altre realtà , dando input significativi un po’ a tutti i partecipanti.
Chiunque faccia parte della famiglia del basket non può che essere contento di partecipare a confronti di questo tipo.
Quest’anno, riducendo da 32 a 24 il numero dei partecipanti al Master, abbiamo voluto puntare sulla qualità , con meno atleti in favore di una maggiore funzionalità . La presenza di tre categorie di staff è poi un’opportunità di crescita per i ragazzi e per noi stessi. Sono sei giorni di full immersion a pane e basket, per chi è motivato, ogni occasione di conoscere qualche cosa in più è buona.
Il gruppo dei giocatori è molto concentrato, si percepisce la voglia di lavorare intensamente, al di là delle differenze logiche tra chi è pronto e chi non lo è ancora. C’è equilibrio, con i dovuti distinguo, nelle partite ci piacerebbe vedere qualche verifica del lavoro svolto sin quiâ€.
Bifulco: “Ho partecipato alle prime due edizioni da assistente, ed ora sono qui come coordinatore dell’Apg Coaching Camp. La prima cosa da annotare è che da allora, c’è stata una evoluzione notevole, ora lo staff è molto più completo degli inizi, con un capo allenatore e due assistenti. Il Coaching Camp in particolare, mi sembra un’occasione molto importante per i giovani allenatori, ma anche per i ragazzi che vivono iniziative di approfondimento su argomenti importanti come il doping o la stesura dei contratti.
I seminari organizzati dal Basket Ravenna, il Trofeo Piero Manetti ed il Master in generale, è poi un’occasione di crescita più generale per chi partecipa, ogni aggiunta su una struttura consolidata offre una motivazione in più per partecipare e per farlo in maniera importante.
Il camp Apg? Abbiamo pensato a una struttura funzionale sul campo, con gli assistenti junior che assistono alla preparazione dell’allenamento guidati da un tutor, di fatto un assistente senior a testa. C’è collaborazione nel lavoro sul campo, in particolare alla mattina quando viene fatto il lavoro principale a livello individuale, mentre nel pomeriggio si riflette di più sul lavoro svolto al mattino e si assiste al lavoro altrui. Nel torneo interno, gli assistenti junior alleneranno con i rispettivi tutor in qualità di vice. Poi, ruoli invertiti per il Trofeo Manetti, con gli assistenti senior in qualità di allenatori e i ragazzi del camp come vice. Quello che penso sia importante per loro, alla fine del camp, è il loro livello di formazione e la capacità di analisi. Mi auguro che ciò che riescano ad imparare qui, possa essere portato, con gli opportuni distinguo, nelle rispettive realtà di riferimentoâ€.
Miro De Giuli
Ufficio Stampa Acmar Basket Ravenna Piero Manetti