Zatta, la guardia del corpo
RAVENNA – La “guardia” del corpo dell’Acmar. Il miglior realizzatore, trascinatore, dei giallorossi è sicuramente uno dei pezzi pregiati del mercato estivo ravennate, Marco Zatta, una vita legata a filo doppio alla sua regione di nascita, il Veneto e con Ravenna come prima esperienza “fuori porta” della sua carriera, quando tra pochi mesi compirà 28 anni. Trenta minuti giocati di media e 18 punti a referto sono i suoi numeri attuali principali.
“Avrei probabilmente dovuto cominciare prima – spiega con un sorriso – ma l’ho fatto solamente quando è arrivata la chiamata dell’Acmar che mi ha convinto ad allontanarmi dalla mia regione. Con la scomparsa di Mestre (sua società di provenienza, ndr) non c’erano più formazioni di B2 e non avevo voglia di scendere di categoria”.
Al basket “quasi” per caso.
L’amore per lo sport è scoppiato decisamente presto nella guardia veneta. Ma per arrivare al basket occorreva un problema fisico. “Ho le ghiandole in gola particolarmente sensibili – spiega – e col freddo si gonfiano immediatamente. Per questo motivo il calcio non poteva essere praticato visto che si gioca all’aperto. A sei anni, quindi, il momento ideale perché i genitori portino i figli allo sport, la scelta è caduta sul basket. Ho incominciato col Favaro Veneto, poi a 15 anni sono passato al Gazzera Chirignago dove ho esordito in prima squadra in serie D, segnando. Successivamente sono passato al Sandonà, dove ho giocato il campionato Juniores e il primo anno di C2. L’anno successivo l’arrivo a Mestre dove in pratica ho giocato fino all’anno scorso. Anche se ho fatto esperienze, sempre in prestito, in altre società come Eraclea (dove ha vinto un campionato di C2, ndr) e Piove di Sacco”.
Un grande gruppo
Compagni nuovi ma un ambiente dove si può lavorare con grande tranquillità per una società motivata. “Infatti – prosegue –, non è un gruppo bello, ma molto di più. Compagni, allenatore, società, non buoni, decisamente di più. Giovannetti l’ho incontrato da avversario, quasi senza accorgermene ma ora che è il mio tecnico ne ho potuto apprezzare le qualità. Si può tranquillamente dialogare, confrontarsi, con lui ma è l’allenatore. Lui punta moltissimo sulla difesa e questo chiede ai giocatori. Concede opportunità a tutti, premiando coloro che danno il massimo sotto questo punto di vista. E poi il pubblico, veramente splendido, caloroso, partecipe. Purtroppo abbiamo appena perso il derby in trasferta e mi dispiace moltissimo per i tifosi che ci hanno seguito, veramente splendidi. Erano decisamente di più dei tifosi faentini”.
Il bilancio
Soddisfazioni personali dal punto di vista realizzativo ma le priorità del giocatore sono altre. “Che io segni 2 o 20 non importa, quello che conta è che la squadra vinca la partita. Purtroppo all’inizio abbiamo avuto delle difficoltà, un gruppo da formare e soprattutto problemi fisici. Oltre a quello lungo di Riccardo, ogni settimana qualcuno aveva un problema diverso. In allenamento spesso ci siamo ritrovati in otto e questo non è certo facile sotto il punto di vista della preparazione della partita e sono arrivate delle sconfitte anche impreviste. In alcune potevamo fare di più ma le difficoltà c’erano. Ma ora fortunatamente e facendo i debiti scongiuri possiamo allenarci al completo e i risultati si vedono. Dopo il ko di Faenza dobbiamo tornare a giocare di squadra, con una migliore circolazione del pallone”.
da “Sport Ravenna”, 18/02/2009