Un’assicurazione sul futuro. Roberto Vianello è tornato tre anni fa a guidare l’Acmar Ravenna e ora sogna in grande
RAVENNA – Un vero uomo di sport. Appassionato, tifoso, legato ai colori giallorossi da un filo doppio lungo venti anni. Roberto Vianello, presidente della Piero Manetti Acmar, è tornato da tre stagioni a vestire la casacca del basket ravennate dopo la sua esperienza con Piero Manetti nel periodo d’oro della pallacanestro bizantina (quella delle tre promozioni in quattro anni). Un campionato, quello scorso, avaro di soddisfazioni ma proprio sull’onda delle motivazioni di pronto riscatto ha voluto, come si suol dire, fare le cose per bene. Ha richiamato il tecnico di quel periodo, Loris Giovannetti, affidandogli una rosa di tutto rispetto per la categoria. “Volevo – spiega lo stesso patron – una squadra senza stelle o comunque giocatori che potessero creare dei problemi all’interno dello spogliatoio come vedo sta succedendo in altre realtà e soprattutto tosta riformando inoltre quel trio delle cavalcate trionfali, Piero lassù e noi qui sulla terra”.
Partenza a singhiozzo
Nelle prime cinque giornate sempre piuttosto brillante in casa, con la ciliegina sulla torta del successo nel derby con le Bullonerie Riunite, sempre davanti ad un pubblico traboccante di partecipazione per le sorti della sua squadra. “Il nostro progetto – continua Vianello – prevedeva proprio questo, restituire alla città la sua squadra, per farla divertire, noi come loro. E direi che ci stiamo riuscendo. In questi anni si sono riviste persone che non si vedevano da tanto tempo alla Morigia. Purtroppo proprio la struttura è la nota dolente, troppo piccola per il pubblico che ormai ci segue fedelmente e dopo il tutto esaurito nelle prime due giornate anche con Faenza siamo stati costretti a chiudere le porte prima dell’orario canonico. Spero sinceramente che ci sia la possibilità di tornare presto al Pala Costa ma temo che se ne parlerà solamente nella prossima stagione”. A fare da contraltare due sconfitte fuori che ne hanno tarpato il volo. “Li vogliamo considerare – replica il presidente – solamente due episodi. Le abbiamo perse noi più che averle vinte le nostre avversarie. Siamo stati ingenui, troppi tiri sbagliati, troppe palle perse e giocatori sotto tono che però si sono riscattati ampiamente con Faenza. Non sono comunque per niente preoccupato e chiaramente non rimpiango nessuna delle scelte fatte finora e sono convinto che in futuro dimostreremo che non siamo solamente una squadra casalinga e le prossime trasferte saranno decisive”.
Un po’ di cabala
Nello sport un pizzico di superstizione, spesso applicata ai corsi e ricorsi storici, è all’ordine. E un ricordo dei tempi gloriosi, nelle speranze societarie, deve essere di buon auspicio. “L’anno in cui – ricorda concludendo Vianello – vincemmo la B2 avemmo lo stesso cammino dopo cinque giornate”.
Agostino Galegati
da “Sport Ravenna”, 12/11/2008