• 17/03/2008
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ACMAR, IL MIRACOLO NON RIESCE

MONZA – Non riesce il miracolo all’Acmar Ravenna, che viene sconfitta nel finale a Monza in una partita che, suo malgrado, potrebbe rivelarsi decisiva per il campionato dei giallorossi, ora a due punti ma con tutti gli scontri diretti a proprio sfavore, rispetto all’ultima piazza utile per i playoff. In partita fino alla fine, i giallorossi pagano una miriade di banali errori nei momenti decisivi della partita, e si ritrovano per l’ennesima volta a piangere sul latte versato.

Parte bene l’Acmar, che litiga da subito col canestro (33% al termine del primo quarto) ma riesce a portarsi subito avanti con sette punti di Macchniz per l’8-13 del quinto minuto. Monza accorcia e sorpassa con un imperioso Fantaccini, che ne scrive dieci nei primi dieci minuti e sbaglia il primo tiro della sua partita dopo otto minuti. Alla fine del primo periodo, il tabellone dice +7 Monza: Ravenna rientra al dodicesimo con la tripla di D’orazio (26-24), ma subisce un parziale di 8-0 firmato Guerrato, e cade in doppia cifra di svantaggio (34-24). L’Acmar si sveglia con Rigoni e Compagni, e con il gran canestro di Poluzzi, torna sul 36-33. Monza non molla la presa, pur faticando contro la zona giallorossa, e trova con Molteni, la tripla del 43-38 sulla sirena dell’intervallo.

Nel terzo periodo, entra in partita Marisi, e Ravenna accorcia sul 48-47 con Zudetich e sul 52-51 con Rigoni. Sul finire del periodo però, Monza rimette il naso avanti con un regalone di Compagni, che commette un puerile fallo sulla tripla di Fantaccini sulla sirena e regala ai padroni di casa il +8 del trentesimo, sul 60-52.

Nei dieci minuti finali, Ravenna non molla mai, neppure dopo la tripla di Tosetti che vale il -12 (68-56): Griffin chiama minuto, Macchniz si riprende sulle spalle i suoi, e Ravenna accorcia sul 70-66 del trentacinquesimo. La partita però, finisce lì, perché Gros, al primo canestro della sua partita, e Fantaccini, ricacciano ancora a -8 i giallorossi, a tre minuti dalla fine, lasciando poi a Munini il compito di chiudere i conti.

Miro De Giuli

La Voce di Romagna

 


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