Campionato
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LA PARTITA di domenica scorsa con Trieste rappresenta un passo indietro per l’ÒraSì. La formazione giuliana infatti non aveva mai vinto in trasferta, ma al Pala De André è apparsa più pronta rispetto ai giallorossi, soprattutto nelle lotte a rimbalzo dove i ravennati sono sempre arrivati in ritardo. L’eloquente 54-36 nel confronto a rimbalzo è una delle chiavi della sconfìtta e fa il paio con la penuria offensiva che ha costretto i ravennati (per la seconda volta quest’anno) sotto i 60 punti. Percentuali che recitano 39% nel tiro da 2 e 4/21 dall’arco (19%). IN QUESTA ultima statistica a salvarsi è il solo Casini che, con tre bombe in meno di 90″, ha illuso il palazzetto. Grazie a lui Ravenna, nel terzo periodo, è risalita da 34-46 a 43-46, per trovare poi il sorpasso con Smith, prima di perdersi di nuovo nell’ultimo quarto. Una quarta frazione avara di punti e di gioia per il popolo giallorosso numeroso al Pala De André. Casini, come si spiega la sconfitta con Trieste? «Le statistiche parlano chiaro, il problema è a rimbalzo. Se fossimo stati più pronti sotto questo aspetto, se avessimo catturato anche solo 5 rimbalzi in più in difesa, sarebbero stati 6-8 punti in meno per loro e la partita sarebbe cambiata». Come mai tanta differenza a rimbalzo? «E’ un nostro problema subire tanti rimbalzi offensivi. Con Bologna e Trieste, squadre leader in questa statistica, abbiamo subito tantissimo. Anche noi guardie dobbiamo aiutare di più sotto questo aspetto, perché siamo una squadra e non possiamo pensare che i rimbalzi siano un problema solo dei lunghi». Come si spiegano le vostre partenze a rilento, soprattutto al Pala De André? «Sembra che a volte aspettiamo di subire la fisicità e la cattiveria agonistica degli avversari prima di svegliarci. E’ un atteggiamento sbagliato che dobbiamo assolutamente cambiare, perché siamo noi la squadra di casa e dobbiamo dimostrare chi comanda nel nostro palazzetto. Dobbiamo farlo col gioco e col fisico per dimostrare a tutti, anche agli arbitri, che siamo una squadra fisica che non ci sta a subire». A proposito di arbitri, hanno avuto un ruolo in questo ko? «Non credo abbiano influenzato il risultato. Nascondersi dietro a un fischio arbitrale non è mai una cosa positiva e non ci serve per crescere. Dobbiamo crescere sotto l’aspetto della cattiveria agonistica così se gli arbitri vedono dieci guerrieri in campo pronti a tutto pur di vincere, il loro modo di fischiare diventa più uniforme. Ma ripeto, guardando le statistiche si capisce che la colpa è solo nostra». Che cosa vi ha insegnato questa nuova sconfitta? «Che dobbiamo ripartire dal nostro terzo quarto nel quale abbiamo giocato con maggiore aggressività e atletismo. Ma dobbiamo farlo dal primo minuto. Domenica andiamo a Matera, poi ci sarà Roseto. Sono due squadre toste, fisiche e dure da affrontare, quindi dobbiamo farci trovare pronti anche da questo punto di vista». Stefano Pece
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