Zona Cesarini amarissima per l’Acmar

RAVENNA. Un’amarissima zona Cesarini per l’Acmar. In casa dell’ex fanalino di coda Gsa Udine ancora una volta gli ultimi minuti della frazione conclusiva sono stati quelli “fatali” agli uomini di Cesare Ciocca. E’ arrivato prima l’aggancio subìto a quota 81 (dal 72-79 del 34′), poi la sconfitta dei giallorossi (96-85). A far spostare l’ago della bilancia in favore dei padroni di casa i 25 liberi a segno contro 1 (su 1) dei romagnoli in una gara caratterizzata da tre corposi parziali: il 12-0 del secondo periodo per Udine, lo 0-18 per Ravenna e infine il decisivo 24-4 per la squadra di Medeot. Il tecnico e la successiva espulsione del rientrante capitano Davolio hanno chiuso i conti. “Sono costretto a dire e solite cose – analizza il tecnico bergamasco -. Abbiamo alcuni problemi da risolvere, ma è chiaro che se in trasferta tiriamo un solo libero contro i 27 di Udine e alla resa dei conti abbiamo 22 falli commessi contro 11, tutto si complica. La partita è stata equilibrata, giocata punto a punto. Abbiamo giocato momenti di grande pallacanestro ma anche altri nei quali tutti quanti, a turno, facciamo delle ingenuità. In questo tipo di trasferte bisognava avere una mentalità più forte contro una buona squadra che ha vinto sei partite delle ultime otto”. La ricetta per uscire dal periodo negativo è già stata individuata. “Dobbiamo continuare a lavorare – prosegue Ciocca -, perché ci sono alcuni infortunati da reinserire come Davolio che è appena tornato e Cicognani che è in ripresa e ogni partita sta dando qualcosa in più. Altri giocatori sono entrati in una spirale negativa dalla quale devono uscire al più presto. Non vogliamo assolutamente abbandonarli, tutt’altro, vogliamo stare con loro, ma devono darci una mano anche loro, per avere più frecce nella nostra faretra. La situazione ovviamente non è drammatica e potenzialmente con i recuperi il terzo posto è ancora possibile”. Domenica seconda trasferta consecutiva, a Riva del Garda, altra squadra che guarda ai play-off come obiettivo possibile.

Agostino Galegati

da “Corriere di Romagna”