Pensiero dal “nulla”…

 “Ieri ho avuto un’occasione importante: nello stesso giorno, in poche ore, ho potuto vedere in partita tutti i nostri giocatori “elite” ’96, ’97 e ’98. E’ raro e particolarmente significativo poter comparare a così stretto contatto le sensazioni del campo e rientrando in serata dal “nulla” di Mezzolara, l’idea di poter fare una riflessione complessiva mi è sembrata un’opportunità decisamente da cogliere…



Questo nucleo di giocatori, come da progetto, sta sviluppando un’identica metodologia di lavoro che poi, logicamente, si concretizza nello stesso sistema di gioco. Le differenze sono quelle determinate dall’evoluzione graduale dei contenuti che necessariamente deve esserci tra l’U14 e l’U17, ma la “semantica” di riferimento è la stessa per tutti. Questo perché il primo elemento affinché una programmazione giovanile abbia successo è indiscutibilmente la continuità metodologica. I ragazzi devono potersi immergere per anni in un ambiente formativo costante nelle linee giuda e nei riferimenti espressivi. In questo senso il segnale del campo è forte: non solo la stessa maglia, accomuna le nostre squadre elite, ma anche lo stesso stile di gioco. Ricerca dei compagni e del gioco senza palla in attacco, playmaking condiviso da tutti i giocatori, difesa propositiva. Questi, senza entrare nel dettaglio tecnico, sono i tratti distintivi che contraddistinguono i nostri teams. E questi, nel lungo periodo, vogliono diventare anche i tratti distintivi di tutti i nostri giocatori:   capaci di essere protagonisti attraverso il gioco senza palla, di innescare i compagni in attacco, di difendere con intensità e tecnica. Sono qualità di gioco sviluppabili da tutti, a prescindere da quanto le mani di ciascuno siano “educabili” alla gestione della palla ed alla finalizzazione del gioco. Una “scuola tecnica” capace di formare giocatori riconoscibili a prescindere è il nostro sogno: tra qualche anno chi completerà il suo percorso di settore giovanile a Ravenna vorremmo avesse come sua base di giocatore questo imprinting, che gli permetterà di trovarsi a suo agio in qualsiasi contesto di gioco o di squadra perché abile negli aspetti “quantitativi” del gioco per default, a prescindere da quanto talento tecnico sarà e saremo in grado di sviluppare. Pochi mesi, in un percorso che necessita di stagioni intere per poter dare i suoi frutti possono dare solo una sensazione iniziale: la mia, dopo ieri, è decisamente positiva. Se avremo la pazienza collettiva noi società, noi staff, noi atleti e noi genitori di insistere nella continuità di questo progetto, i risultati a lungo termine supereranno le aspettative di molti.”


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