• 03/12/2010
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Coopsette Castelnovo – Acmar Ravenna 55-81

Coopsette Castelnovo – Acmar Ravenna 55-81

(12-21, 27-47, 41-69)

Castelnovo: Garofalo 7, D’Amore, Verzellesi 8, Bartoccetti 9, Grassi 3, Castagnaro 5, Codeluppi 5, Ferretti, Grobberio 12, Lusetti 6. All.Ranuzzi

Ravenna: Morigi, Poluzzi 11, Carrichiello 16, Davolio 9, Cicognani 6, Albertini 4, Pappalardo, Maioli 13, Sanlorenzo 10, Quartieri 12. All.Ciocca

Note: T2: Ca 10/34, Ra 27/39; T3: Ca 8/23, Ra 4/17; Tl: Ca 11/16, Ra 15/16.

Arbitri: Guida di Trapani e Nicosia di Erice (Trapani)

Rotondo successo per l’Acmar Ravenna, che supera la Coopsette Castelnovo nell’undicesimo turno, in una gara condotta dal primo all’ultimo minuto. Con questo successo, i giallorossi riprendono a marciare dopo lo stop giunto sabato scorso in casa contro Santarcangelo, rilanciandosi verso i primi posti in classifica e dando prova di maturità dopo l’avvio non positivo di una settimana fa. L’Acmar parte forte in avvio, grazie ai canestri dell’ex di turno Maioli ed all’altro reggiano Davolio, e si porta subito sul 2-9. Bartoccetti e Grobberio reagiscono dalla lunga distanza per Castelnovo, ma l’Acmar prosegue imperterrita, con Sanlorenzo e poi ancora con Maioli, per il primo vantaggio in doppia cifra dell’incontro (10-21), in chiusura di primo quarto. Grobberio apre il secondo periodo con un altro canestro dalla lunga distanza, prologo dell’allungo decisivo dell’Acmar; prima Davolio, poi due volte Carrichiello, segnano infatti da tre punti i canestri che valgono il doppiaggio e che forzano il timeout di coach Ranuzzi, sul 15-32 al 13’. L’ondata ravennate non si ferma ed anzi prosegue, con Cicognani che lancia Ravenna sul massimo vantaggio al 16’, sul 16-40. Le squadre vanno all’intervallo sul 27-47, ma l’Acmar continua a spingere andando al massimo vantaggio al 27’, con sei punti consecutivi di Poluzzi, per il 31-62. Partita di fatto finita, con Verzellesi abile a fare rientrare, almeno in parte, i padroni di casa, per il 55-81.

Miro De Giuli

Ufficio Stampa Acmar Basket Ravenna Piero Manetti

 


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