• 21/11/2010
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Overtime

DEVONO aver passato un brutto quarto d’ora i telespettatori di Sky nell’apprendere che il ventenne Nicolò Melli, sul volo che portava l’Armani in Sardegna, stava leggendo «un libro non comune». C’è chi ha subito pensato all’Ulisse di Joyce, chi alla Critica della ragion pura di Kant, chi è arrivato a ipotizzare che il talentone di Milano si fosse tirato dietro l’intera Treccani o una copia della stele di Rosetta. Niente di tutto questo: il buon Melli aveva in mano l’ultimo libro del giornalista Marco Travaglio. Intitolato «Ad personam»: che sia stato il latino a far pensare ad un’opera fuori dalla norma? Comunque sia, in questo basket dove basta portar palla per esser Poeta, c’è chi si è adeguato in fretta: a San Severo, matricola di LegaDue, hanno subito ingaggiato Dickens.

Un quarto d’ora ti cambia la vita. E anche le dirette: la domenica di Sky comincia in anticipo ed è già diventata «mezzogiorno meno un quarto di fuoco» (copyright Ellisse), con tanti saluti ai grandi classici del cinema hollywoodiano. Pronta la risposta della LegaDue, che posticipa l’orario del venerdì per favorire il pubblico: forse andava spostata anche la telecamera di Raisport, che per una gara intera è riuscita a nascondere uno dei canestri del palasport di Frosinone sotto la sovrimpressione con risultato e cronometro.

IL SUO QUARTO d’ora di gloria se l’è meritato Umberto Badioli, vice allenatore di Pesaro al quale Dalmonte ha lasciato la ribalta dopo la vittoria a Teramo di una Scavolini piena di cerotti: chi si chiede cosa significhi lavorare di squadra ha avuto la migliore delle risposte. E un quarto d’ora di gloria, se non molto di più, andrebbe dedicato anche al Basket Ravenna, società della B dilettanti che ha creato un pool sanitario di specialisti per curare in modo completo la crescita dei suoi giovani: un esempio, anche per chi fa attività a livello più alto. Purtroppo, nella LegaDue che ha come presidente onorario il governatore leghista del Piemonte Roberto Cota, immortalato in prefettura a Vicenza mentre regge il posacenere al suo leader Bossi che fuma il sigaro in barba ai divieti, il quarto d’ora di gloria se lo ritaglia anche Imola: non tanto perché definisce «una leggerezza» un caso di doping alla cannabis di un suo giovane giocatore, quanto perché decide che da qui in avanti, tecnici e giocatori rilasceranno interviste «solo ed esclusivamente attraverso domande scritte inviate alla società, che le riconsegnerà nelle 24 ore successive». Non più interviste, insomma, ma questionari: alla fine, a chi risponde bene che patente daranno?

La frase della settimana. «Tanjevic mi ha tranquillizzato dicendomi che per diventare vicecampione del mondo con la Turchia lui ci ha messo sei anni» (Matteo Boniciolli, allenatore di Roma, cerca di tranquillizzare la sua società).

da “Il Resto del Carlino”

 


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