• 12/11/2010
  • News
  • Commenti disabilitati su Acmar Ravenna – Zepa Marostica 63-67

Acmar Ravenna – Zepa Marostica 63-67

Acmar Ravenna – Zepa Marostica 63-67

(15-22, 27-36, 46-51)

Ravenna: Morigi ne, Poluzzi 3, Carrichiello 7, Davolio 16, Cicognani 13, Albertini, Pappalardo 14, Maioli 1, Sanlorenzo 5, Quartieri 4. All.Ciocca

Marostica: Benassi 7, Montanari 7, Seganfreddo, Mabilia 4, D’Affuso 3, Crosato 15, Infanti 2, Campiello 18, Faccio ne, Crespan 11. All.Guadagnini

Note: T2: Ra 16/40, Ma 22/41; T3: Ra 7/22, Ma 6/17; Tl: Ra 10/17, Ma 5/13.

Spettatori: 600

Gara sfortunata per l’Acmar Ravenna, che parte male contro la Zepa Marostica e non riesce a recuperare, nel finale, il divario accumulato nel primo quarto. I giallorossi, finiti a -12 già nel primo quarto, grazie ad un 4/4 micidiale da 3 punti della Zepa Marostica, sono riusciti più volte a tornare sul -1, anche grazie ad un buon contributo del rientrante Sanlorenzo, senza però essere in grado di dare la spallata decisiva per tornare in partita. Nell’ultimo minuto, sul -3, Carrichiello ha poi avuto la palla del potenziale supplementare, finita però sul secondo ferro: il giovane Montanari ha poi siglato il libero della serenità per gli ospiti a 3” dalla fine. Con questo successo, Marostica si conferma bestia nera dei giallorossi, dopo la vittoria riportata nel secondo concentramento di Coppa Italia, e raggiunge i giallorossi in vetta alla classifica, in attesa delle sfide di Caorle e di Roncade in programma per domani.

Il prossimo appuntamento con i giallorossi è per domenica prossima, sul parquet del PalaAngarano di Bassano del Grappa, contro la Fiorese Bassano. Da segnalare, in avvio di gara, il minuto di raccoglimento osservato in memoria di Maria Mosè, madre del general manager giallorosso Dario Bocchini, scomparsa in settimana.

Così Cesare Ciocca nel dopopartita:

“Credo che una squadra che vince quattro volte di seguito, facendo il colpo anche a Bologna, non può giocare un primo quarto di questo tipo. Avevamo la testa fuori dal match, e se questo succede è l’allenatore che non ha dato le giuste motivazioni o la giusta tranquillità alla squadra. Mi assumo la responsabilità di questa sconfitta in toto, perché evidentemente non siamo ancora pronti per poter gestire i primi posti, dopo quattro vittorie consecutive e dopo il primato in classifica. Questa valutazione va effettuata con attenzione, alcuni giocatori sono stati l’ombra dei giocatori che sono per quello che ha riguardato l’aspetto mentale. C’è molto rammarico per questa sconfitta, perché arriva dopo quattro partite molto positive; Marostica ha pienamente meritato questa vittoria, ma si poteva e si doveva perdere diversamente”.

Qualcuno peggio di altri? “Troppo semplice parlare in questo modo. Ci siamo detti determinate cose nello spogliatoio, la gente ha visto chi c’era e chi meno. Il fatto che il rientrante Sanlorenzo abbia dovuto giocare venti minuti dopo ottanta giorni di assenza è emblematico del fatto che qualcosa non sia andato bene, così come Cicognani, pur in una grande prova personale, ed a conferma di una grande crescita, non può essere il nostro principale terminale offensivo. Ci sono momento in cui le responsabilità devono essere prese dai giocatori che sono stati firmati per questo”.

Circolazione di palla problematica? “Abbiamo lavorato molto su questo aspetto, ed anche il fatto che oggi ci siano state tante situazioni estemporanee non va bene. Probabilmente abbiamo sbagliato l’approccio iniziale, pagando questo problema fino alla fine. Siamo tornati in partita più di una volta, commettendo però errori madornali in ogni occasione. Abbiamo lavorato come sempre, non posso lamentarmi dei miei ragazzi in settimana, ma se abbiamo perso in questo modo vuol dire che non siamo ancora pronti a gestire il primato in classifica. Il nostro percorso prosegue, ma questa sconfitta fa male. Dobbiamo avere più mentalità, maggiore carisma per dire che siamo primi e vogliamo stare primi. Ora si tratta di lavorare mentalmente, oltre che tecnicamente”.

Miro De Giuli

Ufficio Stampa Acmar Basket Ravenna Piero Manetti

 


Comments are closed.