• 07/11/2010
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La Effe fa piangere Seragnoli e Pozzecco

Gode Ravenna e arranca la Fortitudo, violata per la seconda volta (73-78) in quattro gare al PalaDozza. Son passati i più forti e l’Aquila è rimasta a guardare, nonostante il suo parterre da noi, che ha mosso a tutti nostalgia. Peccato, perchè lo scenario era quello ideale per ringalluzzirsi. Fabrizio Pungetti alle 17.57 ha urlato al microfono il bentornato a Giorgio Seragnoli, “l’uomo che ha realizzato i nostri sogni”. Tempismo hollywoodiano: in 2500 si sono alzati in piedi ad applaudire, con tanto di coro per l’Emiro, che oggi è anche presidente onorario. Osanna, anche se in tono minore, per Pozzecco, lo storico masseur Abele Ferrarini e Maurizio Ferro, tra i fondatori della Fossa dei Leoni. Il ritorno di Re Giorgio, quattro anni dopo l’ultima apparizione, data dicembre 2006, gestione Martinelli, con Repesa sullapanca di Roma, ha risvegliato animi e cuori. E pure Seragnoli, sedutosi al solito posto in parterre dietro la panca biancoblu, è rimasto sorpreso, non solo dell’accoglienza, fotografando così la nuova atmosfera del PalaDozza. “Come ai tempi di Schull? No adesso è una cosa completamente diversa. Ma rimane un caso eccezionale.Duemila persone per una partita di inizio campionato in quarta serie non si trovano”. Al suo fianco il Poz, il pupillo dei bei tempi: dialoghi intensi tra i due, dandosi anche di gomito dopo qualche goffa giocata, non all’altezza dell’era aurea. “Ho sentito Giorgio a metà settimana – ha detto Pozzecco – mi ha invitato a vedere la partita. La gente ha fatto bene ad applaudirlo, dovrebbe baciare dove cammina. Sono legato a lui e alla Fortitudo e credo che, come la Virtus, tornerà in A. Rimane un caso unico, tanta gente in questa categoria, capisco che i ragazzi in campo, abituati a contesti ben diversi, siano tesi”.

Seragnoli ha salutato e ringraziato Romagnoli dopo 25′, mentre Ravenna è stata sempre tosta e nella volata ha piazzato le triple, cinque nell’ultimo quarto, con la chicca di Davolio a 58″ per il 71-74 che ha definitivamente spareggiato i conti. Peccato, anche per l’altra prima che c’è stata, quella di un gruppo musicale di supporto, roba inedita da queste parti. In passato solo l’organista della Virtus di Porelli o la Kinder Band di Cazzola a Casalecchio. Riscaldamento rock con la Max Band, uno dei 150 gruppi dell’associazione Hey Joe, il cui perno è Valerio Negroni, uno dei testimoni delle gesta di padre Marella. Musica energica più che benefica, a suon di Deep Purple e Black Sabbath. Let’s rock Fortitudo, ma non è bastato.

Francesco Forni

da “La Repubblica”

 


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